Giubileo diocesano dei diversamente abili_ FOTO ed OMELIA del Vescovo Viola

2016_ott_29_Giubielo Disabil_FOTO_1LA GIOIA DELL’ESSERE AMATI DA DIO

Sabato 29 ottobre è stato celebrato il Giubileo diocesano per i diversamente abili e come per gli altri, si è giunti processionalmente in Piazza Duomo davanti alla Porta Santa per varcarla ed ottenere “grazia e perdono”.
Molte sono le associazioni e le opere di carità della Diocesi convenute per questo momento celebrativo. Ad animare la liturgia il coro del Centro “Paolo VI” che con questa celebrazione ha voluto concludere i festeggiamenti per il 50° di fondazione. Il passaggio dalla Porta Santa è stata accompagnato dal gruppo musicale ”Orchestra invisibile” di Cascina Rossago (PV).
In un clima molto raccolto ed attento a quanto si stava celebrando, dopo l’ascolto della Parola il Vescovo nell’omelia ha sottolineato l’atteggiamento di amore che Dio ha avuto per Zaccheo e che ha per ognuno di noi. “Un Zaccheo desideroso di vedere Gesù tanto da salire su un albero e nello stesso tempo quella decisa risposta di Gesù: scendi che devo entrare in casa tua”. I verbi ripresi da Mons. Viola aiutano i presenti a vivere nel quotidiano quanto sperimentato con le persone fragili: fissare lo sguardo, avere compassione, accogliere gesti concreti di cambiamento. Sono atteggiamenti che nelle realtà in cui operano dipendenti, volontari ed amici ogni giorno sperimentano con gli ospiti o meglio con “i padroni di casa” come amava definire il santo della carità Luigi Orione.
Anche noi abbiamo bisogno di questo incontro, ha proseguito il vescovo, anche quando sembra di non aver più speranza, dentro questa situazione abbiamo bisogno di sentirci guardati da Lui”. E poi la grande chiave della speranza che a volte fa vedere la malattia come un castigo, come un ostacolo: “La conseguenza della nostra malattia, della nostra sofferenza non è il nostro peccato: Dio non ci castiga. Gesù è venuto a dirci che le nostre infermità, la nostra fragilità, il nostro limite è il luogo dove Lui può manifestare la sua gloria, il suo amore per noi. Nessuno può mettersi a giudicare se una malattia può essere luogo per sperimentare la felicità. Gesù è questo che ci permette di fare: vivere l’amore in qualunque situazione della nostra vita e noi ne facciamo esperienza perché anche dentro l’esperienza, molto dura a volte, dei nostri corpi segnati dal nostro limite, dalla nostra fragilità c’è sempre spazio per il suo amore e per l’amore tra noi e Dio. Quell’amore capace di trasformare le cose come Gesù sulla Croce dove non ha nessuna abilità ma proprio da quell’albero liberà tutti noi da quella schiavitù del peccato e lo fa perché sulla croce Gesù ci ama”. E concludendo raccoglie quello che dev’essere l’obiettivo del piano di lavoro, del progetto di volontariato di ognuno: “E’ Gesù che oggi ci dice -voglio venire a casa tua- E’ così che vogliamo accogliere questa parola di Zaccheo. Lui è venuto in ciascuno di noi, a incontrato ciascuno di noi e per ciascuno di noi ha una parola di gioia, una buona notizia che è il Vangelo: il suo amore per noi, un amore che perdona, guarisce, salva. Il Signore non ci faccia mai perdere la certezza che in qualunque situazione della nostra vita lui ci ama, ha dato la sua vita per noi, anche dentro la nostra sofferenza ci vien dato di sperimentare il suo amore. E’ questa la notizia buona, il Vangelo che ci raggiunge e che può davvero far nuove tutte le cose. Il Signore ci conceda questo sguardo di fede e di amore sulla vita di ciascuno di noi, per poter sperimentare la gioia dell’essere amati da Dio”. È stato un incontro che segna l’inizio di un cammino che si vuole intraprendere insieme per costruire perché “solo insieme si fa la forza”, quella forza che fa gridare al mondo che la carità non avrà mai fine.

ASCOLTA L’OMELIA (Mons. VIOLA)

GUARDA LE FOTO