Pio XII: benedice ed illumina la Statua

Rocalli e SiriAlle ore 21 del 28 agosto giungono al santuario i Cardinali Siri e Roncalli, l’Arcivescovo Melchiori, il Vescovo ausiliare Angeleri, il Vescovo di Bobbio, Mons. Zuccarino e tutte le autorità per attendere il collegamento con la radio vaticana, previsto per le ore 21.15 e preannunciato con uno squillo di tromba.

All’ora stabilita risuona il concerto delle campane di S. Pietro, nel silenzio della sera: “Laudetur Jesus Christus! – esordisce l’annunciatore – Qui la Radio Vaticana”.

Dalla residenza pontificia di Castelgandolfo trasmettiamo la benedizione Apostolica che il S. Padre Pio XII impartirà tra qualche istante ai fedeli della città di Tortona e a tutti gli altri in ascolto, in occasione della inaugurazione della statua della Vergine Santissima della Guardia per la torre del Santuario eretto da Don Orione. Prima di impartire la Benedizione Apostolica, il santo Padre, mediante impulso elettrico, trasmesso per radio, illuminerà il novello simulacro. In attesa che giunga il S. Padre, vi diamo qualche notizia sulla manifestazione che si svolge in questo momento a Tortona. La nuova statua della Madonna della Guardia, che oggi si inaugura, corona un ardente voto di Don Orione, il moderno apostolo della Carità. Esattamente 40 anni fa, il 29 agosto 1918, egli si faceva promotore di un voto cittadino alla Madonna per un pronto avvento della pace. La promessa di innalzare un tempio alla Vergine fu adempiuta, e il Santuario fu ultimato nel 1931. Quel giorno, 29 agosto, Don Orione promise ancora di innalzare, accanto al Santuario, un’altra torre, come piedestallo a un grande simulacro della Vergine, facendo appello ai fedeli ed amici; affinché gli fornissero il rame ed il bronzo necessari.

Oggi, a distanza di 18 anni dal pio transito dell’ardente apostolo di Maria e della cristiana carità, il voto si adempie. Sulla torre, alta 60 metri, sarà posta la grande statua della Madonna col Bambino Gesù benedicente: il simulacro è alto 14 metri e pesa 120 quintali, che rappresentano le infinite offerte in rame da parte di numerosi amici di Don Orione e delle sue opere caritative. Tra qualche istante il S. Padre chiuderà il circuito elettrico predisposto per trasmettere a Tortona un segnale radio che chiuderà a sua volta il circuito elettrico per l’illuminazione della statua. Il segnale potrà essere anche ascoltato con un suono acuto e prolungato. Il S. Padre è presso gli apparecchi, e si accinge a premere il pulsante”.

Nel silenzio della sera si ode un acuto e prolungato sibilo. Un fascio di luce intensissima investe la grande Statua della Madonna. Applausi ed acclamazioni salutano il memorabile evento. I Cardinali, i Vescovi e le autorità si levano in piedi e si uniscono all’applauso prolungato dei presenti. “Il Santo Padre – riprende l’annunciatore – si appresta a dare la Benedizione Apostolica ai presenti alla cerimonia in Tortona e a tutti i fedeli in ascolto”. La formula liturgica della benedizione viene scandita dal Vicario di Gesù Cristo con la consueta forza di interiore pietà, in lingua latina; ne diamo la traduzione:

“I Santi Apostoli Pietro e Paolo – esordisce la voce benedicente del S. Padre – nella cui potestà e autorità confidiamo, intercedano per noi presso il Signore. Amen. Per le preghiere e i meriti della beata sempre Vergine Maria, del beato Michele Arcangelo, del beato Giovanni Battista e dei santi Apostoli Pietro e Paolo e di tutti i Santi, abbia misericordia di voi Iddio Onnipotente e, perdonati tutti i vostri peccati, Gesù Cristo vi conduca alla vita eterna. Amen. Il perdono, l’assoluzione e la remissione di tutti i vostri peccati, uno spazio di vera e fruttuosa penitenza e l’emendazione della vita, la grazia consolatrice dello Spirito Santo e la perseveranza finale nelle buone opere vi conceda il Signore onnipotente, Padre e Figliuolo e Spirito Santo, discenda sopra di voi e rimanga sempre. Amen”.

Mentre nell’aria della sera si diffondono fervidissimi applausi e grida di: Viva il Papa!, l’annunciatore della radio vaticana conclude: “Il Santo Padre Pio XII ha impartito la benedizione apostolica in occasione della inaugurazione della grande statua della Vergine, presso il santuario della Guardia di Tortona, eretto per voto di Don Orione. Qui la radio vaticana. Fine della trasmissione. Laudetur Jesus Christus”.

Subito dopo echeggiano le note dell’Inno Pontificio suonato dalla banda musicale dell’Istituto Manin di Venezia. Ricomposto il silenzio, il Cardinale Siri, Arcivescovo di Genova, imparte alla grande statua la benedizione, con una esortazione: “Io vi prego di guardare questa statua. Questa statua avrà per basamento il campanile: ci andrà nei prossimi mesi. Non sarà piccola cosa fissarvela, una statua di questo genere: ma ci andrà. E così allora, anche materialmente, il voto e il desiderio di Don Orione sarà compiuto. La statua avrà per basamento il campanile. Io vi prego di osservarla. E forse non è senza significato che il campanile questa sera non sorregga ancora la statua. Questa statua ha un altro basamento, che è più grande del campanile, che è più solido della struttura del campanile.

Il fondamento di questa statua è la vita di Don Orione. Il fondamento di questa immagine della Vergine e l’Opera che egli ha creato, con quello spirito, e con quella semplicità, con quella immediata aderenza agli umani bisogni, che fa non solo saggia ed integra, ma splendida la carità che ci ha insegnato nostro Signore Gesù Cristo. Il vero basamento di quella statua si chiama Don Orione, con tutto quello che l’Opera sua rappresenta di lui magnificandone la vita. Credo che non ci sia niente di strano a pensare ad un simile basamento, che speriamo la Divina Provvidenza voglia illuminare presto di ben altri fulgori”. Gli applausi cedono ora il posto alla preghiera per una notte di veglia ai piedi della Madonna della Guardia.

Il Cardinale Roncalli dice la sua Omelia – chiamata poi dei quattro splendori – durante la Messa solenne del 29 agosto, pontificata da Mons. Angeleri, Vescovo ausiliare di Tortona, e aggiunge lo splendore di un suo personale ricordo del Padre dei Poveri: “Io ricorderò d’aver incontrato Don Luigi Orione a Roma, una volta; non lo conoscevo ancora. Dovevo fargli una comunicazione. Entrai nel cortile, stava giocando a piastrelle con quattro o cinque poveri ragazzi non ben vestiti. Mi vide “Reverendo, attende qualche cosa?” Sì, attendo Don Orione. Egli disse: “Mi lasci finire la partita e poi mi lavo le mani e sono da lei”. È questo l’indizio, un cenno, una linea di un sacerdote; di un sacerdote che fa la carità a questi quattro o cinque poveretti. Prendete questo episodio, che è semplice, ma che diventa simbolo di tutto questo piegarsi ai bisogni, alle esigenze dei poveri: l’esordio della carità e della pazienza, che tanto costa! I padri e le madri lo sanno bene che occorre la pazienza con i loro ragazzi; e lo sanno quelli che prendono sopra di sé la cura di tanti insieme, senza che siano parenti loro secondo la legge della carne e del sangue, ma solo perché ve li spinge la carità di Nostro Signore. Pensate, pensate che sacrificio! È lì la carità, è lì lo splendore della Chiesa Cattolica, è lì il Cristo che palpita sempre, che splende sempre, che avvolge e che circonda e abbraccia tutti gli uomini: la carità!”.