Pasqua con il nostro vescovo Vittorio Viola

2016_mar_28_pasqua_viola_mdg_1Alla sera di Pasqua, giorno di Risurrezione del Signore, l’invocazione dei discepoli di Emmaus “Resta con noi Signore!” riecheggia nei cuori perché dà pace, gioia, serenità. Diventa un programma di vita per questo periodo pasquale nel quale la luce di Cristo rischiara il nostro cammino.

Le celebrazioni della Settimana Santa, nel Santuario orionino, sono state celebrate solennemente. Il trituro pasquale del Signore crocifisso morto e sepolto è stato presieduto dal rettore Don Renzo Vanoi, mentre la sera di Pasqua è stato il nostro vescovo diocesano Mons. Vittorio Viola ha presiedere il pontificale animato dalla corale “San Luigi Orione” del Santuario.

Nella mattina di Pasqua nella quale la Chiesa ricorda lo stupore di quelle donne che accorse al sepolcro non trovano il corpo del Signore ma solo una pietra rotolata e all’interno nulla più, la mamma del nostro vescovo, è salita con il Signore nella gloria del paradiso. La signora Renata, dopo un’agonia durata proprio quanto il triduo, sembra proprio aver voluto aspettare il Signore che rotolata la pietra l’ha accompagnata nella dimora eterna.

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Sentimenti di profonda vicinanza si sono fatti voce nelle parole del rettore don Renzo Vanoi che al termine della celebrazione si è rivolto al vescovo con parole di vera figliolanza. “Amato vescovo Vittorio ti siamo vicini in questo momento in cui il tuo cuore è profondamente segnato e colpito per la morte della tua cara mamma. Siamo certi che il Signore l’ha già accolta nel paradiso e conoscendo la mamma immaginiamo, che non gli avrà neanche dato il tempo di dirle qualcosa ma sia stata subito lei, con parole materne a chiedergli di “vegliare sempre su di te, per il tuo ministero di Pastore”.

Il silenzio e la commozione dei numerosi fedeli diventa ancora più intensa preghiera quando il vescovo ed i sacerdoti sono saliti al Tempietto e davanti alla Statua della Madonna della Guardia hanno cantato l’antifona marina nel tempo pasquale del “Regina Coeli” perché nell’esultanza di Maria per il Figlio risorto, in quel coro, di cui per ora su questa terra ne viviamo solo nel mistero della fede, vediamo la cara Renata che può contemplare il suo Salvatore e dire “Si ne sono certa: Cristo è davvero risorto!” E poi quella mano del vescovo sul piede della Madonna per una richiesta di totale abbandono alla Vergine della Guardia e di preghiera per la cara mamma.

Sono certo che anche don Orione l’avrà accolta accanto a lui, ha detto il vescovo, con parole rotte dalla profonda commozione, perché quando l’accompagnavo nella Cappella dell’Episcopio ci fermavamo in preghiera davanti al busto di don Orione e gli dicevo: chiedigli qualcosa al tuo don Orione!”

Questa consegna al Padre sia sorretta dalla nostra fiduciosa preghiera che Signore non ci abbandona in questi momenti ma “resta con noi”, soprattutto nella sera del dolore Egli non ci lascia soli nel buio delle tenebre ma ci dona quella luce che vediamo emergere dal cero pasquale: la luce della Risurrezione, la luce della nostro significato di vita su questa terra per poter un giorno gustare i beni eterni.