artefici di fraternità

Don Renzo_2Carissimi fedeli devoti, all’inizio di questo nuovo anno, Papa Francesco, in occasione della Giornata Mondiale della pace ha lanciato questo slogan: “non più schiavi ma fratelli”: è questa una luce, una via d’uscita una “terapia”, un modo di pensare e di agire che possono salvare la nostra società dall’autodistruzione … Quante volte, di fronte alle notizie di cronaca diciamo: “se continuiamo così, chissà dove andremo a finire?” e altre volte, quasi per difenderci dal dolore e dalla paura che ciò provoca in noi, cerchiamo di non pensarci e ci rifugiamo nelle nostre sicurezze …

Il Santo Padre chiama per nome le diverse schiavitù a cui tanti fratelli e sorelle sono esposti oggi, frutto di una “una concezione della persona umana che ammette la possibilità di trattarla come un oggetto”.

Riconosce “che siamo di fronte a un fenomeno mondiale che supera le competenze di una sola comunità o nazione. Per sconfiggerlo, occorre una mobilitazione di dimensioni comparabili a quelle del fenomeno stesso. Per questo motivo – dice e sembra gridare Papa Francesco – lancio un pressante appello a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, e a tutti coloro che da vicino o da lontano anche ai più alti livelli delle istituzioni sono testimoni della piaga della schiavitù contemporanea, di non rendersi complici di questo male, di non voltare lo sguardo di fronte alle sofferenze dei loro fratelli e sorelle in umanità, privati della libertà e della dignità, ma di avere il coraggio di toccare la carne sofferente di Cristo …

La globalizzazione dell’indifferenza, che oggi pesa sulla vita di tante sorelle e di tanti fratelli chiede a tutti a noi di farci artefici di una globalizzazione della solidarietà e della fraternità”.

 Non renderci complici ma farci artefici di una globalizzazione della fraternità: questo è il mio augurio, la nostra preghiera reciproca e soprattutto, l’impegno che insieme le persone di buona volontà vogliamo prenderci perché tutti noi stessi compresi, abbiamo la gioia di sentirci vivi e liberi.

Con questi sentimenti vi auguro una buona Pasqua di Risurrezione.